MANUTENZIONE E CURA
La vera grande opera di cui ha bisogno la città di Bracciano e il territorio che la ospita è la sua manutenzione: un generalizzato e amoroso lavoro di cura quotidiana. Prima ancora di parlare di “vocazioni” più o meno immaginarie, più o meno fondate.
L’amore per la città è proprio nella manutenzione costante, accurata, che sappia valorizzare le doti naturali, paesaggistiche, storiche, artistiche, culturali. Che riesca a impreziosirle, anche, preservandole, oggi, per trasmetterle integre, domani, alle generazioni future.
La manutenzione e la cura della città e del territorio sono anche la premessa per un auspicabile percorso di ricerca identitaria: ritrovare e valorizzare l’identità collettiva della città – storica, culturale, ambientale, spaziale – rappresenta un primo passo per ricostruire il tessuto sociale su cui rafforzare il senso di comunità e di appartenenza.
Dobbiamo ritrovare e valorizzare la nostra identità collettiva, intesa come elemento caratterizzante della comunità, in ragione della nostra storia, delle nostre tradizioni e del nostro vissuto.
Molte sono le suggestioni e i suggerimenti che derivano da questa impostazione e che passano per:
- il rafforzamento del ruolo e dignità delle frazioni (spesso ricche a loro volta di tradizioni locali, usi e costumi);
- il necessario “ricongiungimento” tra città storica e nuovi agglomerati urbani ai quali bisogna assegnare specifiche competenze, in una visione policentrica dell’assetto del territorio;
- la ricomposizione della storica divaricazione tra centro urbano e lago, lavorando sulla rivalutazione del grande patrimonio lacustre e delle attività compatibili presenti sul lungolago, passando attraverso una riqualificazione complessiva del luogo in tutte le sue valenze (ricreativa, sportiva, turistica, ambientale, ecc..)
L’amore per la città, tuttavia, non deve far temere di incidere e trasformare: la città e il territorio sono corpi viventi, in continua evoluzione, che hanno bisogno di interventi propositivi ed efficaci per governare il cambiamento, se non si vogliono subire passivamente i processi che, comunque, avvengono a prescindere e nonostante.
Immaginare un grande progetto della città e del suo territorio è un percorso identitario da costruire con il più largo consenso e con l’apporto decisivo di tutte le componenti sociali, a partire dai giovani perché quello che immaginiamo oggi sarà il “loro” futuro.
L’obiettivo è ragionare su come vogliamo la nostra città fra vent’anni. Una città da vivere e da amare, una città famosa e in grado di diventare il polo attrattivo che merita di essere per naturale predisposizione.
Tuttavia, la realtà delle cose è, oggi, ben diversa. Peraltro enormemente aggravata, nell’ultimo anno, dall’emergenza dovuta alla pandemia tuttora in atto.
La città di Bracciano ha registrato nell’anno 2020 lo stesso numero di abitanti dell’anno 2010: nel decennio considerato l’aumento della popolazione è stato pari allo zero. Questo non sarebbe un problema se non fosse il sintomo di un malessere economico e sociale di ampie dimensioni e soprattutto se non rappresentasse l’ulteriore perdita di ruolo e identità del comune, di un comune che, storicamente, ha rappresentato un polo di attrazione sul territorio circostante svolgendo funzioni anche complesse nel campo dei servizi, delle attività amministrative, scolastiche, culturali. Quando una città perde (e/o rinuncia a svolgere) le funzioni storicamente assegnategli nello specifico assetto del territorio è destinata a perdere anche la sua identità storica. Governare i cambiamenti è dunque l’unica alternativa al declino urbano.
LE NOSTRE AZIONI:
- Manutenzione e cura del complesso patrimonio locale: naturale, ambientale, paesaggistico, architettonico, storico, artistico, culturale, monumentale;
- Trasformazione, nella direzione della sostenibilità, dei processi che avvengono sul territorio;
- Avvio di un percorso identitario di città e territorio;
- Percorsi di resilienza urbana.
- Adesione all’associazione nazionale dei Comuni Virtuosi
Nel merito, i punti sopra elencati si articolano nei seguenti temi da sviluppare in dettaglio:
- Urbanistica e tutela del paesaggio;
- Mobilità sostenibile;
- Ambiente e beni comuni;
- Ciclo dei rifiuti ed Economia Circolare.
URBANISTICA E TUTELA DEL PAESAGGIO
L’ambizione di questa avventura – aldilà delle specifiche ricette, che sono comunque importanti e nel merito delle quali scenderemo poi in dettaglio – è di costruire un percorso condiviso, non facile, né dall’esito scontato, di città resiliente: una città e un territorio, una comunità, che sappiano rispondere ai cambiamenti (climatici, ma anche sociali, economici, tecnologici, culturali, storici) senza venirne snaturati, senza subirli, ma anzi utilizzando le proprie capacità e risorse per assorbirli, cambiandone il segno. Si tratta di trasformare le criticità e le incertezze in altrettante occasioni di crescita, cambiamento, innovazione.
Una città resiliente è, insieme, Sostenibile, Smart, Solidale. Si tratta di un concetto e un approccio – una pratica multidimensionale – che attraversa tutte le tematiche urbane, economiche e sociali: dalla mobilità sostenibile alla tutela e valorizzazione del paesaggio, dall’ambiente alla gestione dei rifiuti, dalla programmazione economica alla pianificazione urbanistica.
All’inizio del mese di febbraio 2020 che, almeno per noi, era in epoca pre – COVID 19, iniziavamo ad immaginare un percorso condiviso di CITTA’ RESILIENTE.
In quel momento nessuno di noi, parlando di criticità e cambiamenti, pensava allo sconquasso sanitario, sociale, economico, amministrativo, psicologico che dopo poche settimane avrebbe colpito tutti i paesi del mondo. In questa immane tragedia, tuttora in corso, abbiamo capito che la normalità che, ora, tutti auspicano di ritrovare è, in verità, uno degli amplificatori di quella tragedia. Abbiamo anche capito che i modelli di assetto territoriale, le condizioni del vivere e dell’abitare, possono costituire differenze non secondarie nella modalità di risposta. Insomma, la città resiliente non era e non è un lusso che forse non possiamo permetterci, né un’utopia da intellettuali. E’ una risposta efficace e lungimirante da costruire con pazienza e perseveranza su un cammino di lunga durata.
Dopo anni dominati da una incombente idea di “presente” la vera svolta sarà investire nel futuro, negli scenari e dare risposte sulla casa, sul quartiere, sugli spazi pubblici, sul nuovo digitale, sulla mobilità, sull’educazione, sulla sanità, sui rapporti sociali.
Come gestiremo, nel dopo emergenza, i luoghi dell’abitare, gli spazi pubblici, le dinamiche urbane? Come verrà fatta ripartire l’economia ed il comparto edilizio? Ed ancora, Come vediamo il futuro delle nostre città, dei territori, muovendo dall’insegnamento della pandemia?
Serve una capacità di progetto. Per riemergere da questo declino è necessario sviluppare un progetto di futuro: la qualità dell’ambiente costruito in cui abitiamo, in relazione alla qualità ambientale che ci circonda, è una parte fondamentale della qualità della nostra vita e uno dei fattori determinanti la soluzione ai problemi ambientali (e mai come in questo periodo di segregazione forzata ce ne rendiamo conto).
Serve dunque un cambio di paradigma per ricostruire su nuove basi, con le persone al centro del progetto, e con una visione strategica almeno ventennale, la relazione tra economia e società.
Il COVID-19, oltre ad averci fatto piombare in una profonda crisi sanitaria ed economica, può rappresentare una gigantesca opportunità verso il cambiamento, con interventi radicali, in una partita tutta da giocare, senza avere paura di giocarla”.
Riprendiamo il concetto sopra esposto: “serve dunque un cambio di paradigma per ricostruire su nuove basi, con le persone al centro del progetto, e con una visione strategica almeno ventennale, la relazione tra economia e società”. Partecipazione è il filo conduttore di tutti i ragionamenti fatti fino ad ora. Non possiamo pensare di affrontare le sfide e i cambiamenti che aspettano Bracciano senza prevedere momenti di ascolto e di partecipazione attiva delle persone. Senza che le persone – i cittadini, le associazioni, i professionisti – siano uno dei motori fondamentali del processo di trasformazione.
Soprattutto sul tema della pianificazione urbana e territoriale, tema da troppi anni abbandonato, è necessario mettere al centro le persone e prevedere in tutte le occasioni, iniziative che le coinvolgano in modo diretto e responsabile nei meccanismi di formazione della volontà collettiva.
Abbiamo a disposizione strumenti tecnico-normativi che consentono l’avvio di pratiche decisionali condivise, ad esempio i “programmi complessi” che sono strumenti di governo del territorio introdotti per risolvere problemi di carattere amministrativo gestionale e reperire finanziamenti per le opere di urbanizzazione.
Strumenti quindi non più volti a governare la crescita quantitativa ma a promuovere la trasformazione qualitativa: Programma integrato (PRINT), Programma di recupero urbano (PRU), Programma di riqualificazione urbana e sostenibile del territorio (PRUSST), Società di trasformazione urbana (STU).
LE NOSTRE AZIONI:
- Commissione per la qualità e la bellezza
- Adozione di requisiti volontari per la sostenibilità urbana e per la realizzazione/ristrutturazione di edifici
- Protocollo d’intesa con enea per il monitoraggio del territorio
- Avvio nuovo regolamento edilizio
- Adozione di una deliberazione di c.c. che favorisca la partecipazione dal basso nelle scelte decisionali di carattere strategico
- Introduzione nelle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del vigente Piano Regolatore Generale (PRG) dei principi di perequazione-compensazione – premialità incentivanti
- Avvio di un percorso qualificante in relazione agli obiettivi dell’agenda 2030
- Definizione degli ambiti per i programmi complessi (Programmi di Intervento, Programmi di recupero Urbano…) e per la rigenerazione urbana
- Censimento, recupero, valorizzazione di percorsi rurali esistenti per la definizione di una rete di green ways
- Linee guida per la qualità architettonica, urbanistica e per la sostenibilità ambientale degli insediamenti (nuovi e da rigenerare) urbani,
- Nomina di una commissione di esperti per l’accesso a bandi europei finalizzato al reperimento di fondi per la realizzazione di opere strategiche
- Istituzione di un “tavolo di crisi”: monitoraggio in tempo reale di tutte le questioni urbanistiche aperte per giungere ad una risoluzione definitiva delle problematiche.
Si dovrà intervenire su tutte le lottizzazioni convenzionate presenti sul territorio di Bracciano e aventi le criticità più annose.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, quanto al “Villaggio Montebello” la nostra coalizione, all’esito dei giudizi pendenti, si impegna a definire il completamento delle opere di urbanizzazione del complesso residenziale; ad approvare una delibera di consiglio comunale per mezzo della quale l’ente si esprima in merito alla destinazione e all’utilizzo pubblico degli immobili acquisiti a patrimonio del comune di Bracciano e ritenuti utilizzabili alle esigenze del comprensorio.
I NOSTRO OBIETTIVI:
- CENTRO STORICO – RIQUALIFICAZIONE, RECUPERO, VALORIZZAZIONE TURISTICA E PRODUTTIVA
Nel quadro di riferimento del piano particolareggiato vigente è necessario avviare un programma di recupero urbano che consenta il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente favorendo il miglioramento della qualità architettonica degli spazi pubblici e degli ambiti privati. Sarà necessario concertare con gli enti erogatori di servizi a rete e di rete, un insieme coordinato di soluzioni tecniche, morfologiche, materiche, tipologiche, affinché i punti di consegna e le necessarie infrastrutture tecnologiche risultino armonizzati e consoni all’ambiente storico-architettonico del contesto. Un grande lavoro di dettaglio che riguarderà principalmente gli spazi pubblici, ma vedrà necessariamente il coinvolgimento degli attori privati.
Nell’azione di recupero urbano del centro storico saranno consentiti e incentivati i cambi di destinazione d’uso che consentano l’avvio di attività produttive di tipo, principalmente, artigianale, culturale, di ricerca: botteghe artigiane, centri culturali, sale di lettura, centri museali, librerie d’arte, scuole di musica, di teatro, di restauro ecc. Questa misura potrebbe essere incentivata anche dal punto di vista economico.
-
CENTRO URBANO – RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE, PARCHEGGI, VIABILITA’, QUALITA’ AMBIENTALE E SICUREZZA
Adozione di un piano urbano del traffico sia a scala territoriale sia a scala urbana.
In particolare l’ambito della città consolidata necessita di un programma di recupero mirato alla riqualificazione degli spazi pubblici, al miglioramento del tessuto edilizio, alla creazione-incremento-recupero di un sistema di verde urbano, ovviamente a partire dal patrimonio verde esistente (giardino pubblico e giardino di via del lago), alla definizione di una mobilità sostenibile multimodale, alla creazione di percorsi protetti, verdi, accessibili e inclusivi (PEBA), alla creazione di un sistema di parcheggi a corona del centro urbano che consenta, in tempi medio-brevi, l’avvio di una sostanziale pedonalizzazione del centro urbano.
La città consolidata, concentrando nel suo tessuto storico e nelle sue più recenti trasformazioni gran parte delle funzioni amministrative, direzionali, culturali, rappresenta lo snodo e il fulcro, topologico e funzionale, tra il centro storico e le nuove espansioni urbane. Sicuramente, nel tempo e progressivamente, va pensato un processo di riequilibrio delle funzioni di carattere urbano a favore delle nuove espansioni (già avvenute), in una visione policentrica del sistema urbano.
In questa prospettiva, il grande patrimonio, storico in primis, rappresentato dalla Caserma Cosenz, costituisce una evidente risorsa per quanto riguarda la possibilità di un suo riutilizzo a scala urbana. La sua collocazione, centrale ma adeguatamente servita da viabilità esistente e soprattutto esterna alla linea ferroviaria che attraversa il centro cittadino, la sua consistenza e qualità edilizia, i suoi spazi liberi consentono l’avvio di un percorso di complessiva rigenerazione urbana, potendo affidare a quel complesso storico architettonico funzioni complesse: storico-museali, anche lasciando parte del complesso a testimonianza della sua origine militare, scolastiche, amministrative, culturali nonché di verde pubblico e parcheggi. Inoltre, per le caratteristiche dell’area e per la vicinanza alla linea ferroviaria, è pensabile avviare uno studio di fattibilità in relazione alla possibilità di attestare in quell’area la nuova stazione ferroviaria della linea a doppio binario.
E’ di tutta evidenza che l’amministrazione comunale di Bracciano non possa assumere decisioni vincolanti in merito al destino della caserma essendo, le relative competenze, riservate al Ministero della Difesa. E’ tuttavia intenzione della nostra coalizione avviare e stimolare, a partire dalla situazione locale, una fase interlocutoria predisponendo e presentando anche un progetto preliminare di trasformazione di tutta l’area interessata.
-
LAGO – LUNGOLAGO, SISTEMA DEI PARCHEGGI, RIQUALIFICAZIONE WATER FRONT
Tutto il sistema del lungo-lago deve rientrare in un progetto di recupero (PRINT) nel quale, una volta definite le attività compatibili, si avvii una progressiva riqualificazione, individuando un sistema di parcheggi che liberi il lungo-lago dalla presenza asfissiante delle auto, disegnando un sistema di viabilità prevalentemente pubblico e sostenibile in cui un tessuto di green ways diventi il tessuto connettivo degli spazi e delle attività. Riqualificazione complessiva del water front, a partire da una sostanziale (sia pure lasciando una corsia carrabile di servizio) pedonalizzazione del lungo-lago in modo che diventi realmente fruibile, in sicurezza, in multi-modalità.
-
ARMONIZZAZIONE DELLE PREVISIONI PTPR, PRG, PIANO D’ASSETTO DEL PARCO SU VICARELLO PER UN USO SOSTENIBILE
L’approvazione definitiva del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) da parte della Regione Lazio consentirà, nei tempi previsti dal Codice del Paesaggio, una conformazione delle previsioni di Piano Regolatore alle disposizioni sovraordinate del piano regionale. Questo comporterà una armonizzazione delle diverse prescrizioni, in un quadro di certezze e di chiarezza operativa, programmatica e strategica. Avvieremo in tempo reale il lavoro di conformazione delle previsioni di piano per evitare, nel tempo, situazioni conflittuali di ambiguità normativa. Questo lavoro dovrà costituire la premessa necessaria per la definizione di un piano delle certezze, nel quale collocare la progettazione e la realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali.
- VARIANTE GENERALE DEL PRG CON CRITERI DI SOSTENIBILITA’: SMART E RESILIENT CITY E STOP A NUOVO CONSUMO DI SUOLO
L’attuale strumento urbanistico generale è sicuramente datato, essendo stato concepito alla metà degli anni ’90 e approvato nel 2009. Tuttavia si ritiene non necessario procedere ad una sua variante generale perché ci sono altri e nuovi strumenti che consentono alcune sostanziali modifiche senza subire l’incertezza di un iter procedurale estenuante.
Ovviamente l’opzione di stop a nuovo consumo di suolo rappresenta una scelta strategica che vogliamo dare per scontata.
Poi, per effetto dell’approvazione del PTPR (vedi voce dedicata) il PRG verrà sottoposto ad attenta revisione/conformazione alle prescrizioni sovraordinate dello strumento regionale. E’ possibile, comunque, intervenire con la strumentazione dei “programmi complessi” (PRINT, PRU, PRUSST ecc.) e della “rigenerazione urbana” definendo con delibera consiliare gli ambiti della trasformazione, gli obiettivi e la più consona strumentazione urbanistica. Eventualmente sarà necessario inserire a livello normativo (Norme Tecniche di Attuazione), alcuni concetti come la perequazione, compensazione, i meccanismi della partecipazione e dell’urbanistica negoziata, gli strumenti dei programmi complessi.
- AVVIO PIANI PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE (PEBA) E PARTECIPAZIONE AL TAVOLO PERMANENTE PRESSO LA ASL
Più volte è stato descritto lo stato deprimente della viabilità pedonale e dell’accessibilità, in generale, agli spazi pubblici. Lo strumento PEBA, del tutto inattuato negli scorsi decenni e tuttavia, anche recentemente, finanziato dalla Regione rappresenta il percorso da intraprendere nell’immediato, consapevoli, da un lato, dello stato disastroso della situazione, dall’altro, della necessità di scelte immediate, coraggiose, improrogabili, necessaria premessa di ogni possibile riqualificazione.
- LINEE GUIDA per LA QUALITA’ ARCHITETTONICA, URBANISTICA E PER LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE degli INSEDIAMENTI URBANI (nuovi e da rigenerare)
Un grande lavoro per la riqualificazione complessiva della città e del suo territorio passa per l’adozione di scelte qualitative che unifichino, in azioni virtuose, gli insediamenti consolidati e i nuovi insediamenti in corso di definizione. I programmi di rigenerazione urbana, gli eventuali PRINT, ma anche la sistemazione, completamento, rifacimento delle opere di urbanizzazione dovranno osservare criteri di qualità architettonica e l’obiettivo di armonizzare le scelte in merito ai materiali, alle finiture, alla pubblica illuminazione, alle caratteristiche della viabilità pedonale e carrabile ecc.
Considerando che gran parte degli insediamenti esistenti (a partire dalle lottizzazioni convenzionate di Bracciano 2, Cinquilla Campo della Fiera ecc.) sono stati progettati sulla scorta del PRG del 1980, che prevedeva dotazioni di standard notevolmente superiori a quelle del DM 2 aprile 1968, un problema centrale è che il comune avrebbe a disposizione notevoli superfici, principalmente destinate, a verde pubblico che versano, a parte alcuni casi degni di nota, in condizioni disperate sul piano della manutenzione. E’ necessaria un’opera di ricognizione, quantificazione, messa in rete, organizzazione di questi spazi per contribuire alla creazione di quel tessuto connettivo di viabilità dolce, di green ways, di accessibilità di cui abbiamo più volte parlato. Anche pensando a cooperative, associazioni di giovani che potrebbero occuparsi della manutenzione e attrezzare queste aree per gli sport all’aria aperta.
AMBIENTE E BENI COMUNI
Questa coalizione s’impegna a tutelare i beni comuni in quanto strumentali al godimento dei diritti fondamentali della persona. Per questa ragione la loro gestione deve essere collettiva, superando la dicotomia tra pubblico e privato. Sono beni comuni, quindi, aria, acqua, foreste e, in generale, tutte le risorse naturali, nonché quelle archeologiche, ambientali e culturali. Per il raggiungimento di un benessere collettivo occorre unità nella diversità, democrazia partecipativa, orizzontalità nelle relazioni, processi di deliberazione collettiva. L’adozione di questo metodo ci consente di aprirci alla giustizia ambientale ed ecologica come elementi indispensabili per raggiungere l’equità sociale e la sostenibilità.
C’è una crescente consapevolezza da parte dei cittadini e delle cittadine sul tema dell’ambiente e dell’ecologia, lo si evince non solo dal lavoro dei tavoli di partecipazione e dai questionari ma fa parte del sentire comune di tante persone.
Gli effetti nefasti del cambiamento climatico stanno arrivando anche da noi e come coalizione “il Coraggio di Cambiare”, sentiamo vicino il grido di preoccupazione lanciato dei giovani di Fridays for Future che stanno puntando il dito contro gli adulti, finora incapaci di realizzare un modello di sviluppo sostenibile capace di futuro.
Tocca alla politica, anche a livello locale, assumersi seriamente la responsabilità di gestire la Transizione ecologica verso uno Sviluppo Sostenibile. Le Amministrazioni sono chiamate a un cambiamento di prospettiva in grado di mettere in campo le scelte strategiche necessarie per raggiungere, entro il 2030, i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU.
Anche sul nostro territorio occorre implementare politiche amministrative che soddisfino i bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle future generazioni di appagare i propri, armonizzando tre elementi fondamentali: la crescita economica equa e condivisa, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente.
Oggi sappiamo che ambiente e salute sono le priorità: possiamo continuare a far finta di nulla come si è fatto fin qui ignorando i rischi del cambiamento climatico, dello sfruttamento dell’ambiente e della compromissione degli ecosistemi naturali, di una globalizzazione senza umanità, oppure possiamo avere il coraggio di cambiare e scegliere di essere protagonisti della trasformazione e fare dell’ambiente, dei diritti e della salute le fondamenta per uno sviluppo sostenibile e capace di garantire futuro e qualità della vita per tutti.
LE NOSTRE AZIONI:
-
Realizzazione di un “Piano energetico e ambientale” in collegamento al Piano europeo e al Piano nazionale per l’energia e il clima, in modo da raggiungere nel decennio la diminuzione della produzione di CO2 e l’incremento delle fonti rinnovabili, l’aumento di risparmio ed efficienza energetica, la riduzione della quantità di rifiuti prodotti concentrandosi maggiormente sulla raccolta differenziata e sul riciclo.
-
Riqualificazione energetica ed ambientale degli edifici comunali e pubblici con l’obiettivo di ridurre del 20% l’impatto ambientale in 10 anni e i costi di gestione a carico del bilancio comunale. Questo intervento può̀ essere una leva per spingere l’utilizzo del bonus relativo al 110%.
-
Uso Sostenibile del Suolo L’agenda ONU 2030 chiede l’azzeramento del consumo netto di suolo entro il 2030. Crediamo che occorra modulare le politiche urbanistiche incardinandole sul tema della riqualificazione del territorio e della rigenerazione urbana. Sebbene il territorio di Bracciano consumi il 5% del suolo rispetto alla sua superficie molto vasta, le nostre aree verdi e acque devono essere preservate perché sono un bene prezioso per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Per questo occorre migliorare la qualità urbana e l’inclusione sociale, promuovere la mobilità sostenibile e riconnettere i quartieri di Bracciano rendendoli vivibili con più servizi e attività culturali superando la dicotomia tra centro e periferie.
-
“Green Credits” è il sistema che vogliamo adottare per premiare i comportamenti ecologici virtuosi che i nostri concittadini adotteranno. Questi crediti, che si accumulano in un tempo definito, potranno essere usati dalle famiglie per abbattere tasse, tariffe, per acquistare libri, per ottenere sconti su biglietti, etc. Conferire rifiuti nell’isola ecologica darà diritto a un tot di “green credits”; il sistema si basa sul semplice concetto che ad un beneficio ecologico per la collettività, corrisponderà un beneficio per il singolo o la famiglia che adotta comportamenti green. Il sistema dei “Green Credits” sarà parte integrante del progetto “Vivere@Bracciano” grazie al quale i cittadini potranno interagire con ogni iniziativa comunale o associativa dentro una rete digitale moderna, veloce ed efficiente.
-
Bracciano “Plastic Free” – Realizzazione di un “piano comunale sulla gestione dei rifiuti” improntato sulle 5 R (riduzione; riciclo; riuso; raccolta; rigenerazione) portando Bracciano a un livello di raccolta differenziata superiore all’80% e con azioni mirate a creare un distretto Plastic-Free, in collaborazione con aziende e pubblici esercizi. Un piano che avvii attività virtuose per la valorizzazione rifiuti differenziati, incentivando fortemente l’economia dei rifiuti riciclati a partire da iniziative quali il commercio di beni inutilizzati. Nell’ottica del piano comunale sulla gestione dei rifiuti promuovere iniziative/feste/sagre che incentivano la riduzione dei rifiuti e utilizzino materiale compostabile;
-
Cupinoro: va concluso e monitorato il processo di messa in sicurezza del sito e studiate tutte le soluzioni percorribili di bonifica di un territorio che è in questi anni è stato compromesso dalla presenza della discarica. Escludiamo che quel sito possa essere oggetto per la realizzazione di impiantistiche future per il trattamento dei rifiuti. Il nostro territorio in trent’anni è stato privato di risorse economiche e ha corso il rischio di veder compromesso il proprio ecosistema assumendosi la responsabilità di gestire sia parte dell’invaso abbandonato da un privato e sia una discarica regionale. Su questo, è pendente un ricorso al TAR per il riconoscimento di tali oneri sostenuti dalla nostra comunità che come futura amministrazione intendiamo esigere.
-
Acqua Bene Comune: La nostra coalizione considera l’acqua un bene comune da tutelare e garantire a tutti, considerandolo presupposto per un reale godimento dei diritti fondamentali dell’uomo. Il passaggio di consegne tra il Comune ed Acea è stato evidentemente lacunoso e la nostra Amministrazione si impegnerà affinché l’attuale gestore del servizio idrico sul nostro territorio garantisca questo diritto a tutti gli abitanti, superando le difficoltà degli ultimi anni. Per riuscirci abbiamo individuato tre azioni concrete che ci impegniamo a mettere in campo subito:
1. esercitare ogni pressione possibile per porre in essere tutte quelle iniziative volte a far si che le risorse economiche derivate dalla gestione del bene primario “acqua”, che annualmente la Acea SPA riversa nel bilancio del Comune di Roma, siano rigirate nel bilancio della Città Metropolitana di Roma e siano utilizzate per gli investimenti necessari a tutela e salvaguardia di tutte le fonti idriche di approvvigionamento presenti nell’ambito territoriale della Città Metropolitana – tra le quali Bracciano
2. Vogliamo che ACEA realizzi gli investimenti necessari per un serio ammodernamento delle reti e del ciclo idrico a partire dall’adeguamento della capacità depurativa del CoBIS, in modo da effettuare in sinergia con i comuni una separazione delle acque bianche e acque nere così da produrre il recupero almeno delle prime all’input idrologico del lago.
3. promuovere progetti e interventi per l’incentivazione al risparmio del bene acqua.
Sul lungo periodo, consapevoli dell’oggettiva difficoltà della sfida ma decisi a esercitare il ruolo che spetta al nostro Comune, ci impegniamo a:
1. promuovere ogni possibile iniziativa per consentire la rapida approvazione della proposta di legge regionale che istituisce gli Ambiti di Bacino Idrografico – fra i quali quello “TUSCIA – MONTI DELLA TOLFA MONTI SABATINI” che comprende anche il lago di Bracciano – al fine di portare a compimento la riorganizzazione del servizio idrico integrato;
2. proseguire nelle azioni – presumibilmente già individuate – a medio-lungo termine per limitare la captazione dal Lago di Bracciano affinché sia riaffermato il suo ruolo di “riserva idrica strategica e compenso stagionale” come da concessione, senza che si ripeta quanto accaduto nel 2017.
-
Verde Urbano Aumento e manutenzione del verde urbano, promozione degli orti cittadini, realizzazione di strade alberate, del verde privato (cortili, giardini, orti, tetti verdi, …) in ottica di adattamento climatico, di salute e benessere psico-fisico, di socialità e qualità urbana. Particolare attenzione verrà posta alla cura dei giardini pubblici, come i parchi che si trovano nella zona nuova di Bracciano, il giardino pubblico comunale, il giardino di Via del Lago, e tutte le aree verdi che si trovano nelle zone residenziali, che dovranno diventare luogo di incontro per le famiglie e per i più piccoli.
-
Parco Santo Celso. E’ una delle aree naturali più suggestive del nostro territorio, ricca di biodiversità, il più delle volte però lasciata a se stessa, senza controlli e spesso in sofferenza per l’abbandono di rifiuti e atti di vandalismo impuniti. Intendiamo curare, valorizzare e riqualificare in termini di tutela ambientale e paesaggistica la zona che va da “La Piantata” del Bosco di Santo Celso fino al lungo lago.
-
Educazione Ambientale e Formazione all’ Economia Circolare. Per vincere le sfide che abbiamo davanti, ambientali, economiche e sociali, occorre elevare il livello di conoscenza e competenze di tutti: cittadini, amministratori, educatori, imprenditori, tecnici… Per aumentare la nostra capacità di resilienza occorrono nuovi saperi, capacità d’innovazione e i comportamenti coerenti con stili di vita sostenibili. Vogliamo proporre un tavolo di confronto e progettazione con tutte le agenzie formative pubbliche e del privato sociale per definire insieme obiettivi e percorsi di apprendimento per i giovani e per gli adulti.
-
Progetto No–Sprechi. Occorre lottare contro lo spreco alimentare attraverso campagne di educazione e sensibilizzazione della cittadinanza e con un utilizzo intelligente del surplus a favore delle famiglie più in difficoltà. Intendiamo avviare una collaborazione tra supermercati-attività economiche per il recupero delle eccedenze alimentari in modo da reimmetterle nel circuito del consumo con particolare attenzione all’utilizzo sociale, creando un Emporio Solidale.
-
Tutela del territorio e gestione delle emergenze. I cambiamenti climatici ci costringeranno sempre di più ad affrontare emergenze di carattere ambientale (allerte meteo, frane, allagamenti, smottamenti…) che si aggiungono ai rischi “ordinari” a cui è esposto il nostro territorio. Il nostro impegno è riscrivere il Piano di Protezione Civile con la partecipazione attiva della popolazione, in collaborazione con le realtà associative attive sul nostro territorio includendo anche le persone più fragili e quelle con mobilità ridotta, affinché ci sia una capacità diffusa, quartiere per quartiere, di intervento e prevenzione così da garantire la sicurezza di tutte le cittadine e tutti i cittadini e la tutela del nostro territorio e dei beni comuni.
PROTEZIONE E DIRITTI DEGLI ANIMALI
Siamo convinti che tutti gli animali abbiano diritto a una vita dignitosa e adeguata alla propria specie e ci impegniamo per tutelare coloro che non hanno voce.
LE NOSTRE AZIONI:
- Vogliamo realizzare un regolamento per la tutela e benessere degli animali in città; Il regolamento per la tutela e benessere degli animali dovrà fornire un quadro complessivo, con riferimento a tutti gli animali, compresi quelli operanti presso i circhi la cui presenza deve essere disincentivata;
- Contrastare il randagismo attraverso campagne di sterilizzazione in accordo con la ASL;
- Campagne di sensibilizzazione sulla tutela e la gestione dei gatti liberi, avviando anche corsi per chi si prende cura dei gatti randagi, stabilire con la ASL una collaborazione fattiva al fine di censire e avviare campagne di sterilizzazione delle colonie feline;
- Ufficio diritti animali all’interno del comune, per dare consulenza a chi possiede animali domestici e supportare le associazioni animaliste nel loro lavoro di sensibilizzazione;
- Creazione di un’oasi felina, ossia di un rifugio per gatti in linea con le loro caratteristiche etologiche. L’ oasi verrà collocata su un terreno comunale dismesso, al fine di garantire a gatti non idonei a vivere in strada (cuccioli, gatti affetti da patologie, gatte prossime al parto che vivono in zone non adatte) di condurre una vita libera, ma protetta, sotto la gestione di volontari specializzati;
- Realizzare Giornate di educazione cinofila, per adulti e bambini, promossi progetti di pet-terapy con case di cura, case famiglia, comunità e associazioni che si occupano di disabilità.
MOBILITA’ E ASSETTO DEL TERRITORIO
Il territorio comunale si estende per oltre 140 chilometri quadrati che, per intenderci, equivale alla dimensione della città di Torino (o Bologna).
E’ dunque un territorio molto ampio, con una percorrenza tra settori (nord-sud, est-ovest) di oltre 15 chilometri, con un servizio di trasporto urbano del tutto insignificante dal punto di vista dei volumi di traffico e del servizio offerto. A questo quadro si aggiunge una spiccata propensione dei residenti alle comunicazioni intercomunali e agli scambi con i comuni confinanti (i comuni del lago, oltre a quelli di Manziana, Canale Monterano, Oriolo) rappresentando, tutti insieme, un vero e proprio modello di sistema urbano che, di fatto, già costituisce un polo di attrazione di area vasta.
Un sistema urbano in cui Bracciano potrà assumere il ruolo, da rafforzare e da valorizzare, di una delle centralità della città metropolitana, con il compito e l’obiettivo di integrare funzionalmente ambiente, cultura, turismo, agricoltura, servizi alle persone e alle imprese, sport e attività per il tempo libero, ricerca, innovazione.
Uno dei nodi del possibile sviluppo, ordinato e armonico, del territorio in una prospettiva di progressiva riduzione del consumo di suolo è nella capacità di intervenire sia con il potenziamento e la razionalizzazione della mobilità pubblica accompagnata dalla progressiva limitazione della mobilità privata, sia con una strategia incentrata sulla valorizzazione e la tutela delle notevoli risorse culturali e ambientali del proprio territorio.
Il sistema infrastrutturale
Su scala territoriale primeggia l’annoso – e in gran parte irrisolto (dal punto di vista dell’efficienza e della qualità del servizio) – problema del rapporto con la città di Roma, con i comuni della fascia costiera (Civitavecchia, Ladispoli, Fiumicino) – per i quali un servizio di trasporto pubblico è praticamente inesistente – con altri comuni e ambiti della provincia di Viterbo.
Si presenta dunque un grande problema della viabilità di scorrimento, soprattutto nelle direzioni nord-sud, il cui traffico, prevalentemente privato e veicolare, è faticosamente assorbito dall’unica quanto inadeguata arteria rappresentata dalla Braccianese (già S.S. 493 Braccianese Claudia) e nelle direzioni est-ovest dalla Settevene-Palo.
Soprattutto il centro urbano è attraversato da un traffico veicolare di scorrimento assolutamente ingiustificato.
I tratti urbani più interessati (da Montebello alla Rinascente e/o in direzione di un centro sovraffollato di funzioni – dalla Rinascente verso i nuovi quartieri residenziali di Campo della Fiera, Bracciano 2, Montebello e poi Manziana e oltre – da Trevignano verso il centro di Bracciano, ma anche verso gli altri settori urbani e comuni esterni) rappresentano fonti di traffico (e dunque di inquinamento dell’aria e acustico) assolutamente incongruo e “non sostenibile” per un organismo urbano (e i suoi abitanti) neanche troppo in buona salute. Si aggiungano, per completezza di esposizione, i volumi di traffico concentrati in orario scolastico, che riguardano ampie zone centrali e ne compromettono la fruibilità, sia pure temporaneamente. In ultimo, ma non per ultimo, va segnalato il problema della linea ferroviaria a raso con il conseguente blocco del passaggio a livello.
In sostanza, a scala territoriale, due sole arterie (Braccianese e Settevene-Palo) svolgono contemporaneamente le diverse funzioni, di viabilità di scorrimento, di penetrazione e di distribuzione, con un duplice negativo risultato: lo scorrimento è lento e difficoltoso – soprattutto in alcuni giorni e fasce orarie – e la viabilità locale, nonché la vivibilità, che ne risente, sono fortemente compromesse anche per la carenza di parcheggi, per il traffico inconsulto e per gli elevati livelli di inquinamento.
La variante generale di PRG, approvata nel 2009 (adottata nel 1999), ha recepito l’intento di realizzare una tangenziale (in questo caso, circonvallazione o passante) ed ha previsto una viabilità esterna che da Vigna di Valle (di fronte a quella che sarà la nuova stazione del potenziato tratto ferroviario) andava a ricongiungere settori esterni del territorio per poi riconnettersi alla viabilità del centro commerciale di Bracciano 2 e poi confluire sulla Braccianese a nord di Montebello. Prevedeva, il Piano, la realizzazione di una circonvallazione che, passando all’esterno dell’abitato consolidato scaricasse il traffico proveniente dal Viterbese e da Manziana verso Roma, consentendo, tra l’altro, di trasformare l’attuale tracciato della Braccianese in un “asse attrezzato” su cui collocare una serie di funzioni di livello urbano e interurbano che potessero diventare poli qualificanti di attrazione.
Il fatto che quella soluzione di viabilità, che avrebbe evitato l’attraversamento cittadino e migliorato le condizioni di vivibilità di molte aree e quartieri di Bracciano (Vigna di Valle, La Rinascente, Ospedale, Bracciano 2, Montebello), sia stata cassata in sede di approvazione del PRG da parte del competente organo regionale, non significa che l’esigenza fosse infondata, né tantomeno che lo sia oggi.
Nel quadro generale della viabilità quel Piano (PRG 2009) conteneva altre soluzioni di viabilità alternativa all’attraversamento urbano e che, sia pure inapplicate, sono ancora nel bagaglio della pianificazione comunale. A titolo puramente esemplificativo, sono:
- un tratto di nuova viabilità tra il sito dell’ospedale e via Flavia, lungo il fosso di Cotognola;
- un sottopasso della ferrovia, a nord della attuale stazione, in prosecuzione di via dei Giardini per poi proseguire su via Prato Giardino;
- uno svincolo e un potenziamento del tratto stradale esistente da via Settevene-Palo (secondo tronco), tra Bracciano e Vigna Grande, ricalcando il tracciato di via della Cisterna fino a Pisciarelli.
La nuova stazione di Vigna di Valle
Nel territorio comunale il previsto intervento di raddoppio dei binari della linea Roma-Viterbo si attesterà presso l’attuale stazione di Vigna di Valle. In realtà quella stazione sarà dismessa perché la nuova è prevista in territorio di Anguillara, qualche centinaia di metri più a sud.
La creazione di una infrastruttura così importante rivoluzionerà il quadro della mobilità di un settore che travalica ampiamente i confini comunali. Il progetto per la nuova stazione prevede 5 nuovi binari, un fabbricato viaggiatori e, soprattutto, una vasta area a parcheggio che occuperà una superficie di oltre 12mila metri quadrati. Il parcheggio costituirà un importante punto di riferimento per i residenti e per i pendolari e favorirà la scelta del mezzo pubblico. Tuttavia, al parcheggio, bisognerà arrivarci, e questo rimetterà al centro dell’attenzione le precedenti argomentazioni sulle infrastrutture viarie.
Né si può nascondere che la nuova stazione ferroviaria di Vigna di Valle – su cui, almeno per ora, si attesterà il doppio binario della ferrovia Roma-Viterbo – richiederà uno sforzo non indifferente delle amministrazioni locali per ottenere la realizzazione di “opere di contorno” alla progettata infrastruttura ferroviaria, trattandosi di opere che, necessariamente, dovranno affrontare, in tutte le sue declinazioni, il tema della mobilità e del trasporto urbano, a partire dalla verifica e progettazione delle necessarie arterie stradali in modo che una opportunità per questo territorio (il doppio binario e la stazione), non si traduca in un ulteriore fonte di squilibrio urbano e territoriale.
Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) e l’Alleanza per la Mobilità Dolce (AMODO) hanno stipulato un protocollo d’intesa della durata di un anno per promuovere insieme alcuni eventi della “Primavera della Mobilità Dolce 2021” e realizzare un “Atlante della mobilità dolce in Italia”. Si tratta del primo accordo di questo genere tra RFI e l’Alleanza di 28 associazioni che si sono unite insieme per promuovere la mobilità attiva e il turismo sostenibile.
L’obiettivo è quella di far conoscere e sviluppare la mobilità sostenibile, mettendo in relazione la rete delle stazioni ferroviarie, delle ciclovie, dei cammini, dei sentieri e delle greenways – con il patrimonio storico, artistico e naturalistico a scala nazionale.
La collaborazione punta alla redazione di un Atlante della Mobilità Dolce, che rappresenti la ricchezza di cammini, sentieri, ciclovie, greenways, borghi, parchi, beni storici e altri elementi rilevanti del territorio italiano, da mettere in relazione al reticolo delle stazioni ferroviarie. Già esistono in Italia “Atlanti” che raccolgono e divulgano ora cammini, ora ciclovie, ora ferrovie turistiche, parchi, beni storici, etc.
Con questo nuovo progetto, RFI e AMODO vogliono fare emergere le sinergie e proporre esperienze di viaggio multimodali e multiculturali.
Nel corso del prossimo anno di collaborazione tra RFI e AMODO, si procederà al rilevamento di tutte le infrastrutture presenti sui territori, l’integrazione dei dati disponibile tra queste varie reti, individuando soprattutto i nodi intermodali lungo la rete ferroviaria, facendone delle “stazioni di posta” nel quale l’utente può trovare i servizi e gli interscambi per mutare mezzo di locomozione, passando dalla bici al treno o dal treno al cammino, convergendo verso mete significative per valori naturalistici come i Parchi, il Patrimonio culturale, enogastronomico e storico-sociali, i Comuni, Paesi e Borghi italiani.
Un progetto annuale ambizioso che propone una visione strategica per il futuro del Paese per l’individuazione di investimenti e servizi al viaggiatore/viaggiatrice, mettendo in relazione una grande Azienda con i principali portatori di interessi, le istituzioni e gli Enti Locali, oltre un importante segmento del terzo settore, che unisce storiche associazioni e le importanti associazioni ambientaliste italiane, presenti nell’Alleanza Mobilita Dolce.
Questa dichiarazione di intenti, da parte di RFI, può essere il punto di partenza per un lavoro concertato, affinché la nuova stazione ed il parcheggio in particolare, si configurino, già nella fase di progettazione esecutiva con le caratteristiche di “nodi intermodali lungo la rete ferroviaria, facendone delle “stazioni di posta” nel quale l’utente può trovare i servizi e gli interscambi per mutare mezzo di locomozione, passando dalla bici al treno o dal treno al cammino, convergendo verso mete significative per valori naturalistici come i Parchi, il Patrimonio culturale, enogastronomico e storico-sociale, il Sistema Museale, il patrimonio paesaggistico.
Come sappiamo la progettazione non è ancora nella fase esecutiva e, soprattutto, mancano ancora molti pareri e passaggi tecnico-amministrativi, tra cui, per quanto di interesse, i pareri e le autorizzazioni di carattere ambientale e paesaggistico. E’ dunque auspicabile e necessario che si avvii una fase di confronto durante la quale vengano poste all’attenzione di tutti gli interessati le questioni della qualità progettuale ed esecutiva della nuova infrastruttura e delle opere, non strettamente di competenza di RFI, necessarie e indispensabili affinché non diventi l’ennesima occasione mancata. Come Amministrazione seguiremo fin dalla prima fase di studio e di progettazione l’importante aspetto del raddoppio del binario fino a Bracciano, di fondamentale importanza strategica per la nostra città, stimolando RFI ad individuare soluzioni che tengano insieme la necessità di non privare Bracciano di un servizio come quello del treno e dall’altra parte che non soffochi il centro urbano con un passaggio a livello che si chiude ogni 15 minuti.
Inclusione e Accessibilità: la città per tutti
La città consolidata, con il suo centro storico, presenta le sue obiettive fragilità in tema di accessibilità, dovute alla sua conformazione morfologica, da un lato, alla “distrazione” di molte classi dirigenti, dall’altro. Molte strade, che fanno parte della città consolidata, anche di costruzione postbellica, sono tuttora prive di marciapiedi, i pochi esistenti sono inadeguati per dimensioni e ingombri, quasi tutti presentano problemi di manutenzione che li rendono di fatto inagibili, sicuramente inaccessibili non solo a chi è costretto in carrozzella ma anche a chi, semplicemente, vorrebbe condurre un passeggino. Il traffico veicolare fa il resto, rendendo difficile e anche pericoloso anche soltanto scendere dal precario marciapiedi. Ad oggi immaginare un percorso protetto e accessibile che consenta di raggiungere in sicurezza le diverse zone della città è impossibile. Chiunque può sperimentare direttamente questa difficoltà tentando di percorrere, a titolo sperimentale, un tratto significativo: da Via Principe di Napoli (Cappuccini) alla Piazza del Comune; dalla Caserma dei Carabinieri all’Ospedale; da un qualsiasi punto dell’area urbana al centro storico.
Inclusione e accessibilità sono i due pilastri di una moderna mobilità sostenibile.
La premessa per una soluzione presuppone una serie di interventi coordinati che consentano di decongestionare le aree centrali tramite una drastica riduzione del traffico veicolare (è incredibile che un’area racchiusa in un perimetro di poche centinaia di metri non possa essere percorsa a piedi).
L’area urbana centrale risulterebbe fortemente alleggerita e potrebbe essere recuperata ad un uso più congruo caratterizzato dalla sostanziale pedonalizzazione del centro urbano (Pedonalizzazione che non significa necessariamente inaccessibilità ai veicoli: sulla scorta di molte esperienze già maturate nelle città italiane è possibile studiare per i residenti, per il commercio, per i servizi, appropriati regolamenti ed introdurre fasce orarie quotidiane e/o stagionali). Immaginiamo quest’area senza i rumori, senza le polveri e senza l’ingombro di mezzi che girano incessantemente. Magari, immaginiamo anche un sistema del verde a corredo della viabilità urbana.
La “cassetta degli attrezzi” di una mobilità sostenibile
Quanto illustrato nei precedenti paragrafi rappresenta, sia pure in estrema sintesi, l’arco dei problemi che mettono la mobilità al centro delle preoccupazioni per il futuro, bisogna riconoscere che non esiste una solasoluzione, ma un insieme di soluzioni che, sinergicamente e progressivamente potranno portare a una modifica radicale dello stato di fatto e a un notevole miglioramento di tutti i parametri.
LE NOSTRE AZIONI:
- Disincentivare il trasporto privato e incentivare il trasporto pubblico;
- Incrementare il trasporto pubblico di qualità (postazioni adeguate con monitoraggio dei mezzi impiegati (tempi di percorrenza, attesa, scambi ecc.);
- Creazione e potenziamento di un sistema di parcheggi di scambio intermodale tutt’intorno all’abitato; collegamento con mezzi elettrici adeguati (questo vale sia per i residenti che per i turisti che dovrebbero trovare disponibili le diverse modalità di fruizione del trasporto);
- Creazione di un sistema di “mobilità dolce” a livello urbano: piedebus, percorsi urbani protetti possibilmente nel verde, progressivo adeguamento dei marciapiedi come percorsi sicuri e protetti, PEBA (piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche);
- Creazione di un sistema di “mobilità dolce” a livello territoriale: censimento e mappatura dei sentieri e dei percorsi esistenti in ambito agricolo e forestale (vedi attività in collaborazione con il Parco), creazione di una rete di “green ways” come rete di connessione del territorio, sistema dei percorsi ciclo-pedonali ecc.
- Adeguamento delle infrastrutture viarie.
Nella implementazione di queste azioni, dobbiamo avere sempre la consapevolezza che la mobilità delle persone e delle merci genera anche impatti ambientali negativi e consumo di risorse energetiche, contribuendo quindi a peggiorare la qualità dell’ambiente che lasciamo alle future generazioni. L’esigenza di soddisfare i bisogni di mobilità della presente generazione senza compromettere la possibilità alle generazioni future di soddisfare i propri, ha portato allo sviluppo del concetto di mobilità sostenibile declinato su tre aspetti: ambientale, economico e sociale; inoltre al modello di governance che si intende realizzare.
E’ con questo convincimento che noi intendiamo affrontare il tema della mobilità, per contribuire in modo concreto agli obiettivi della Agenda 2030 sulla vivibilità delle città.
AGRICOLTURA E TERRITORIO
Riteniamo imprescindibile riservare uno spazio al tema dell’agricoltura, ove comprendiamo anche allevamento e pesca, in quanto il territorio braccianese vanta una lunga tradizione agricola, di allevamento e pesca che vengono oggi praticate da un numero sempre più esiguo di operatori che possono contare soltanto sulle proprie iniziative personali tra mille difficoltà di natura finanziaria e gestionali.
La stessa definizione etimologica del termine agricoltura che rimanda appunto alla coltivazione e alla cura del campo suggerisce come il legame tra agricoltura e territorio sia profondo poiché la cura dei campi rappresenta in senso più ampio la cura del territorio e di conseguenza delle persone che vi risiedono.
L’attività della produzione del cibo è fondamentale nella vita di ogni individuo: l’alimentazione è un’attività fondamentale che impiega ogni individuo per almeno due o tre volte al giorno e numerosi studi scientifici concordano sul fatto che alla base di uno stile di vita sano c’è una corretta alimentazione insieme all’attività fisica e alla qualità della vita.
Per millenni i contadini sono stati i veri e propri architetti e protettori di equilibri biologici molto delicati ed hanno appunto permesso lo sviluppo delle civiltà umane in parallelo alla conservazione di specie vegetali ed animali nella coltivazione dei boschi e dei campi; per questo vorremmo sensibilizzare gli agricoltori, ma anche gli allevatori e pescatori, sul loro importante ruolo di custodi dell’ambiente.
Immaginiamo un’agricoltura attenta ai bisogni dei propri cittadini che possa contribuire al benessere sociale con la produzione di cibi sani, ottenuti nel rispetto delle risorse locali, dalle falde acquifere del suolo e dell’atmosfera.
Valorizzando i prodotti locali del territorio che sono stati frutto di selezioni ed evoluzioni dei produttori locali durante i secoli si inizierà a percorrere una strada di consapevolezza sulla provenienza del cibo mettendo in moto un cambiamento culturale profondo. Per realizzare tutto questo ci poniamo come obiettivo quello di individuare e valorizzare la ricerca e la produzione di prodotti tipici locali e di colture particolari che possano dare opportunità occupazionale alle future generazioni, possano essere apprezzati dai cittadini e diventino poi il mezzo per attirare un turismo alla ricerca del riavvicinamento ad una dimensione più naturale; nonché l’avviamento di progetti di formazione nelle scuole con l’intento di formare le nuove generazioni a valori quali la sensibilità ed il rispetto per l’ambiente, il benessere e la cura delle persone.
Sotto questa ottica la valorizzazione dell’Agricoltura e dei prodotti si propongono non più come semplici attività economiche, ma realizzano una vera e propria riappropriazione dell’identità culturale di un territorio. Il detto “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”, in questo caso, rappresenta una cartina di tornasole per attestare lo stato di identificazione del cittadino con il proprio territorio.
Semplici analisi di mercato suggeriscono che più è alto il consumo e la ricerca di prodotti di produzione locale, più forte è il legame tra il cittadino e il proprio territorio. Questo passaggio è fondamentale per quanto riguarda un dialogo necessario tra consumatore e produttore in cui le esigenze di entrambe le parti possono essere soddisfatte contemporaneamente in una soluzione win-win.
Ci siamo domandati quali siano queste esigenze e molte risposte sono arrivate dai contributi che i cittadini, produttori e non, hanno condiviso nei tavoli di discussione tenutisi nei mesi precedenti.
Da una parte ci sono i consumatori che acquistano i propri prodotti alimentari nei supermercati, nei quali trovano prodotti di prezzo abbordabile ed ampia scelta. Nonostante ciò è aumentato anche il consumo e l’acquisto di prodotti di aziende locali che fanno vendita diretta di prodotti agricoli e di allevamento sia in botteghe del centro sia nei mercati contadini. Questi consumatori ricercano prodotti di qualità, genuini e locali.
Dall’altra ci sono i produttori (soprattutto zootecnici) per i quali risulta al momento presente un problema di distribuzione e di vendita dei propri prodotti che li spinge, per garantire un’entrata costante alla loro azienda, a stipulare dei contratti di filiera per cui il loro prodotto viene spesso esportato in altre regioni o addirittura all’estero, alimentando catene alimentari industriali esterne.
Il risultato della mancanza di dialogo è la perdita di risorse e di produzione locale a danno sia dei produttori che devono rivolgersi a mercati esterni sia per i consumatori che non vedono soddisfatta la loro domanda di cibo genuino.
La conoscenza è il primo strumento del cittadino per poter fare scelte consapevoli sul proprio consumo e in questo le aziende agricole hanno una grande responsabilità, così come l’Amministrazione, nella sensibilizzazione ad una alimentazione ed un consumo più vicine all’ambiente e alla salute.
La soluzione che proponiamo per ovviare a tali esigenze è quella di stimolare un’economia circolare, mettendo in comunicazione i consumatori con i produttori attraverso la valorizzazione del concetto della “filiera corta” che, eliminando i passaggi intermedi, consente al consumatore di accedere direttamente a prodotti di alta qualità, salutari, freschi, facilmente disponibili, e ad un prezzo accessibile. Al tempo stesso permette al produttore di vendere i propri prodotti ad un prezzo dignitoso, vedendosi garantito il conferimento dei propri prodotti sul mercato locale.
L’applicazione della filiera corta si attua attraverso i mercati contadini locali o con l’impiego dei prodotti locali direttamente nelle mense scolastiche, nelle grandi comunità (come le caserme), nonché nei ristoranti locali.
Lo sviluppo di mercati contadini è senz’altro uno dei motori principali di sussistenza delle piccole aziende agricole territoriali che per il legame che le unisce al territorio, sempre più numerose, producono in maniera biologica o con il minimo utilizzo di sostanze chimiche. I produttori, tramite la vendita diretta, riescono a ridurre i costi di distribuzione della propria produzione e a garantire un prezzo dignitoso per il proprio lavoro, abbordabile per il consumatore, che viene fidelizzato avendo a disposizione cibo buono e locale. In tal modo si incentiva la crescita economica esponenziale per il territorio che acquisirebbe finalmente quell’identità che al momento manca, senza rinunciare ad uno sviluppo economicamente ed ecologicamente sostenibile.
Altro importante canale di distribuzione dei prodotti locale che si vorrebbe incentivare sono le mense scolastiche. In molti Comuni i contratti di conferimento con le mense delle scuole sono già una realtà molto diffusa e permettono al territorio una produzione costante, e quindi la possibilità di fruizione a tutte le classi sociali dei prodotti di alta qualità. Le mense scolastiche costituiscono un eccellente canale di educazione dei giovani alla sana alimentazione: la mensa non sarà più soltanto il luogo dove si mangia, ma il luogo dove ci si educa al buon mangiare e dove si rafforza il legame di appartenenza dei giovani al proprio territorio.
Poiché siamo convinti che i prodotti dell’agricoltura locale debbano diventare una risorsa in primis per i cittadini, ma in secondo luogo debbano diventare il biglietto da visita per far conoscere il nostro territorio anche al di fuori del l’ambito regionale e nazionale, immaginiamo un settore agricolo capace di fornire prodotti di eccellenza e che esprimano al meglio le caratteristiche locali da esibire in eventi e fiere internazionali. A livello locale si deve favorire lo svolgimento di eventi stagionali ad hoc, con la duplice funzione di far maggiormente conoscere il territorio e conseguenzialmente stimolare il turismo, creando così un circolo virtuoso. Gli allevatori di Bracciano hanno già dato modo di dimostrare quale possa essere la qualità dei prodotti braccianesi ma è fondamentale continuare a sostenerli e dare continuità alle loro attività.
Per realizzare tutto questo riteniamo fondamentale l’apertura di uno sportello informativo e di indirizzo a servizio dei produttori locali per la ricerca e l’accesso ai fondi europei e nazionali per lo sviluppo rurale che possano consentire ai nostri produttori l’avvio della vendita diretta, la costruzione di strutture per il mercato contadino, la creazione di siti web per la promozione dei prodotti locali, l’avvio e lo sviluppo di attività agricole, sociali e commerciali correlate al settore della gastronomia incentivando e premiando gli operatori che avvieranno o hanno già avviato pratiche di coltura ed allevamento sostenibili e di tutela del territorio per arrivare, in collaborazione con gli altri Comuni del lago, alla creazione di un biodistretto del lago con una filiera e un marchio di qualità per i prodotti tipici.
L’attività della pesca, indissolubilmente legata all’ambito lacustre, ormai conta pochissimi pescatori e, tuttavia, potrebbe fornire la materia prima per prodotti di eccellenza come è stata in passato l’anguilla del lago. In questo settore ci proponiamo di curare lo sviluppo di progetti come l’allevamento dei pesci e la realizzazione di laboratori di trasformazione attraverso il reperimento di fondi europei destinati allo scopo.
Il settore agricolo deve diventare un volano anche per il settore turistico in quanto le persone, soprattutto coloro che vivono in città, sempre più ed in conseguenza degli eventi drammatici vissuti lo scorso anno, al momento stanno cercando di passare alcune giornate più a contatto con la natura e all’aperto. I turisti, visitando il nostro territorio, desiderano trovare nei ristoranti proprio quei prodotti tipici che caratterizzano Bracciano. Per questo, ci proponiamo di incentivare un dialogo tra i produttori e ristoratori al fine di programmare insieme una produzione funzionale alle proposte enogastronomiche locali nel rispetto della stagionalità e dell’ambiente. In questo ambito la creazione di un Food Hub (=piattaforma del cibo) come spazio di comunicazione e incontro delle offerte e domande del cibo a livello locale permette ai produttori di comunicare con una ampia rete di utenti finali e di ristoratori, con le mense, le botteghe, i supermercati, per poter distribuire i propri prodotti e programmare la produzione a seconda delle richieste. Inoltre il Food Hub va a costituire una rete di comunicazione, informazione e formazione per tutti i produttori e i consumatori che sempre più puntano alla qualità del cibo e ad un prezzo più equo.
LE NOSTRE AZIONI:
- Creazione di un bio – distretto del lago con una filiera e un marchio di qualità per i prodotti tipici;
- Stimolare un’economia circolare mettendo in comunicazione i consumatori con i produttori attraverso la valorizzazione del concetto della “filiera corta” tramite un Food Hub per la raccolta di offerta e domanda dei prodotti locali stagionali e la distribuzione a privati e ristoranti;
- Incentivazione del Mercato Contadino con appuntamenti settimanali più frequenti e un mercato semistabile con degustazioni settimanali dei prodotti dei produttori locali (street food settimanale contadino, aperitivo pre pranzo);
- Incentivare l’utilizzo dei prodotti locali nelle mense scolastiche;
Apertura di uno sportello informativo e di indirizzo a servizio dei produttori locali per la ricerca e l’accesso ai fondi europei e nazionali per lo sviluppo rurale.